Questi sono i rumori
Testo di Rainer Maria Rilke, da “I quaderni di Malte Laurids Brigge”, traduzione di Furio Jesi, Garzanti.
[Stanza di una pensione, mobilio essenziale, molto modesto. A. siede a una piccola scrivania, coperta di libri e quaderni. Parla fra sé, ma sempre in tono sommesso, tendendo l'orecchio.][…] L’essenziale era vivere. Era questo l’essenziale.
E non posso far a meno di dormire con la finestra aperta. Tram elettrici attraversano a precipizio la mia camera, scampanellando. Automobili passano su di me. Una porta si chiude di colpo. Da qualche parte un vetro cade tintinnando, sento il riso sonante dei grossi frammenti, quello piccolo e sommesso delle schegge. Poi d’improvviso un rumore sordo, soffocato, dall’altra parte, dentro la casa. Qualcuno sale le scale. S’avvicina, s’avvicina sempre. È qui, è qui a lungo, passa. E di nuovo la strada. Una ragazza strilla: Ah, tais-toi, je ne veux plus! Il tram irrompe in corsa convulsa, qui, via, su tutto. Qualcuno chiama. Gente che corre, si sorpassa. Un cane abbaia. Che sollievo: un cane.
Verso il mattino canta anche un gallo, e fa del bene, senza limiti. Poi mi addormento d’improvviso.
Questi sono i rumori. Ma c’è, qui, qualcosa di più pauroso: il silenzio. Io credo che nei grandi incendi arrivi talvolta un istante così, di estrema tensione, i getti d’acqua ricadono, i pompieri non si arrampicano più, nessuno si muove. Senza suono un cornicione nero comincia a muoversi, lassù, e un’alta parete dietro la quale il fuoco si leva furioso si inclina, senza suono. Tutti ristanno e con la testa insaccata fra le spalle, i volti tutti raccolti negli occhi, aspettano il colpo terribile. Così è qui il silenzio.
[Qua c'è davvero poco da aggiungere, è già perfetto: i suoni del tram, delle auto, della porta che sbatte, il lungo tintinnare discendente del vetro in frantumi, tonfi dalle quinte, una voce di ragazza fuori scena. E ancora il tram, trambusto di folla, un cane, il gallo. Il crepitare delle fiamme, il silenzio sospeso… il crollo. Una mimica basilare: le spalle che si rilassano nel sollievo, o slanciate all'indietro nel sopraggiungere del tram, la testa che si reclina di colpo nel sonno, o sollevata adagio, immaginando l'incendio e il cornicione lassù. E le pause, importantissime, fra le parole recitate e i suoni.]Letture correlate:
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