Confessioni di riflesso
(racconto n. 3)
Specchio! Mi sa che questa volta l’ho fatta grossa. Quando tornano mamma e papà… quante volte mi hanno detto che non devo mai aprire quando non c’è nessuno! Forse dovrei sembrare dispiaciuto, almeno un pochino. Dai, aiutami e proviamo! Aspetta, mi abbasso, così mi vedi meglio. Così… no, no… quasi! No, no, niente smorfie! La mamma lo ripete sempre, quando usciamo, niente smorfie! Ok, così va bene, penso, speriamo… calma, sono agitato, Specchio, devo calmarmi, papà si accorge sempre quando nascondo qualcosa. Però quando hanno suonato alla porta, prima, ero troppo curioso, Specchio, è tanto che non vedo qualcuno… Era un uomo piccolo, tutto grigio elegante, aveva pure la cravatta! Ha detto qualcosa che non ho capito, voleva fossimo sicuri, o forse sicurati, boh. Io non capivo, lui parlava parlava, mi guardava strano, poi voleva andare via e lasciarmi solo. Ma io non voglio restare solo, Specchio, e così gli ho preso la cravatta… oh, mamma e papà non saranno contenti, no no e no! Ma se mi calmo sembrerà tutto a posto… Devo pensare a qualcosa di bello. Vediamo… ti ho raccontato del mio compleanno di domenica, Specchio? No? E’ stato bellissimo, li vedi i regali? Eccoli là, sul comodino. C’era anche zio, e il vecchio dottore che mi visita da quando ero piccolo così, come dice lui. E dovevi vedere la torta! Mamma sa che mi piacciono le candeline da soffiare una per una, e ieri erano addirittura quaranta! Sono sicuro, le ho contate cinque volte, prima che zio le accendesse (non le fanno mai accendere a me, uffa). Non mi divertivo così da tanto… quasi quanto quella volta a scuola, quella cosa con la rana. Aspetta, voglio provare uno dei regali, ti piacerà. Ecco! Bella questa luce blu, vero Specchio? E’ a LED. Però… no, no, non va bene! Mi ricorda quello grigio, lì dietro… Aspetta, sai cosa vuol dire LED? Làig… Làight emittin dàiod, ecco. Me l’ha spiegato papà, lui sa un sacco di cose del genere! Non ti sembra anche a te che questa luce ricordi quello grigio, là? Se mi giro di fianco lo vedi, guarda… ora non si muove più, però. Non è buffo, tutto grigio e con quella faccia? Quasi come la luce, tutto blu, quasi viola…
Nota:
Si tratta di un piccolo racconto nato da una sfida di scrittura creativa, che prevedeva la presenza di uno specchio e delle parole “viola” e “rana” (quest’ultima compare qui come una citazione, un po’ fuori luogo, in verità).
La malattia mentale ce l’ho messa io (mi viene bene, chissà perché 😛 ), ma non ho ancora ucciso nessuno, giuro. 🙂
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