Sanremo chi?
Innanzitutto (❗): inauguriamo con questo post la sconclusionata serie degli scritti a orari improbabili. Mille di queste ore picc… hum, no, anche no; va be’, auguri! 🎉
Perché? Ma perché sì. L’algoritmo FB non è d’accordo? Propugniamolo convintamente (📣): chissenefrega!
Faremo le corse fra i like mancati, come fra le file del pubblico assente al Sanremo di quest’anno…
Come dite? Ho guardato Sanremo? IO? Giammai!
Però ho ascoltato una canzone, confesso.
Dell’edizione dell'82.
Ma scordatevi che sputo il titolo, già ci son arrivato a partire da una classifica poco raccomandabile, su una rivista che non legge Quasi nessuno… in compenso posso rimandarvi a un’altra lista, quarantadue spanne superiore 😜
Quel che è successo, in realtà, è che ho scoperto il podcast “Tienimi Bordone“ fra i contenuti ad abbonamento de “Il Post”; 10-15 minuti al massimo, dal lunedì al venerdì, su attualità, scienza, costume, diritti, cineletteratura, meccanismi social, fenomeni di Internet, divagazioni e curiosità a caso, il tutto con un certo humour… l’aspirazione di questo blog, insomma. Con una durata delle puntate ideale (che ne ho in liista a tonnellate, di cose interessantissime, ma una o due ore a botta, gente… io non ce la fo), un buon audio (parla quasi sempre una sola persona alla volta), una varietà di temi impredicibile, anche sotto un eventuale filo conduttore (tipo la settimana dei cessi o il futuristico scopino da Kickstarter, che mi ha ricordato per certi versi l’inafferrabile spazzolino di un’amica, divenuto proverbiale fra noi, prima che lo ritrovasse dopo anni con gran commozione di tutti). Va be’, s’è capito, sono contento della scoperta, ecco.
Naturalmente, come chiunque tranne me poteva prevedere, primi quattro cinque giorni di ascolti, e BAM! 💥 …sospensione delle trasmissioni, per un estemporaneo, parassitico podcast sul festival che tutti ci domina, volenti o nolenti, e che ogni anno - per fortuna brevemente - fa chiacchieratamente capolino dall’oblio.
Ma poco male, in fondo: già avevo iniziato la maratona a ritroso delle puntate precedenti (Netflix? Chi è Netflix?!), per cui, a me i controlli di questa playlist/time-machine, chissene di cosa accade su quel palco dell’Ariston!
Che ve lo dico a fare, alla fine ho ceduto. E in quest’altro caso parliamo di 45-55 minuti, quattro voci che spesso si sovrappongono, bisticciano, si sfottono, che parlano di cose che (quelle no) non ho seguito, canzoni sconosciute, nomi che a volte neppure colgo…
La verità è, molto banalmente, che sono tutti podcast che mi tengono compagnia, tanto. E stabilito questo, non ho voglia di soffermarmici su più di così.
Tornando a quel coso lì, alla fine ho ascoltato persino una canzone, quella dei Coma_Cose. Testo molto meh, ruoli abbastanza stereotipati… anche se poi non mi è dispiaciuta la voce di lei (in questo stile sensibilmente diverso da, che so, “Mancarsi”, e che sospetto pagherà molto, in radio). Ma, soprattutto, mi ha divertito assai immaginarmi la scena tenera, con lui che le accarezza i capelli e le sussurra… “il mio piccolo tostapane…” 🤣
Sì, lo so, sono ingegnere inside, cosa volete farci? 😄
Va be’, fine del mio fondamentale, imprescindibile commento sul festival. Fra l’altro, a forza di andare a ritroso col primo podcast (partito a metà 2019), sono ricapitato proprio stasera nella medesima situazione, “oggi ma nel 2020”, come direbbe un almanacco. Tuttavia, non credo rivangherò simili non-accadimenti, turbando vieppiù la vostra memoria.
Tanto lo so che la fuga di Bugo da Morgan e dal palco è l’unica cosa che ci ricordiamo e vogliamo ricordarci 🤩 😂
‘Notte, va’, meglio se vado pure io.
Se non proprio a dormire, almeno a drogarmi di interessanti, luuunghi podcast, two hours or so.
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