Contromisure antinfluenzali
(no pasaran!)
Il babbo ha deciso di fare una torta di mele.
Ier sera a mezzanotte.
Come dite? Ah, sì, anch’io ho un vago déjà vu…
Comunque stavolta è venuta bene da subito, mangiata stamani, accompagnata da tè nero allo strudel e due biscotti inzuppati; all’inopportuna esclamazione “Anche!” riferita a questi ultimi, mi son subito inalberato: “Ué, io devo contrastare le soverchianti forze del male, mi servono energie!”.
Difatti, son tutti influenzati tranne me, grazie anche a misure fra il preventivo e il detentivo. Ieri a cena tutto ciò ha persino generato la straordinaria congiunzione astrale favorevole al mangiarmi la pizza (anzi, calzone) da solo e in pace, nello studio riconvertito a fortino. Un’esperienza più unica che rara, ripetibile sì e no a cadenza annuale, e decisamente adatta a contrastare il “fronte brodoso di depressione”. Volevo quasi affacciarmi sul lazzeretto per dire che devono ammalarsi più spesso, ma fortunatamente me ne sono scordato, ho idea che la mia hubris non m’avrebbe - giustamente - fatto passà 'a nuttata. 🤣
Ora non mi resta che levare odi al rhinovirus peluche che domina la scrivania dall’alto di una pila di vergini pacchi di fazzoletti, e che di solito mi protegge trecensessanta giorni l’anno da malanni peggiori. Magari col conforto di un litro di tè verde allo zenzero, e la speranza di non arrivare agli antipiretici veri.
A margine, nomen omen, chissà poi se la pirolusite che ho fra i minerali in collezione funzionerebbe come la tachipirina… va be’, non proviamoci. D’altronde, ho troppi pochi impegni per ammalarmi ora.
Così, la resistenza continua. No pasaran!
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