Ricordo, e non mi sovviene…
(o dei caotici mondi della memoria)
Fra gli otto Mondi Alterei di una mappa nootica - fra i mari di Poseidon, solcati dai pirati, e Protoplas, popolato dai maldestri tentativi di Ermete Trismegisto di dar corso alla Creazione su istruzioni del Supremo Manovratore… fra questi, dicevamo, c’è anche Mnemonia.
“Su Mnemonia le dimensioni percettive sono diversificate, poiché i ricordi di ognuno sono così vivi da avere lo stesso potere d’impressione sensoriale del presente.” (*) Qui, sotto la luce lunare, si stendono campi di grano e d’orzo - le identità dei terrestri e dei gatti -, covoni secchi che fertilizzeranno le nuove spighe, silos di memorie smarrite, cantine di ricordi rimossi e bugie sedimentate… e ancora una sconfinata distesa di papaveri che brilla al sole, mentre il canto di uccelli invisibili accompagna il lavoro dei pittori in riva al fiume vicino, e i loro ritocchi donano ai ricordi quella bellezza in più che li distingue dalla realtà.
I fuochi fatui che lavorano su Mnemonia hanno turni massacranti, e così, “se ogni tanto non vi viene in mente un nome, o non ricordate un numero di telefono o scordate i versi di una poesia, non sempre è colpa della vostra memoria, può anche darsi che il vostro settore mnemonico sia in momentaneo sciopero”.
Inconvenienti occasionali a parte, non è certo strano che sia questo l’unico luogo in cui, nel sogno archiviato di un umano, ancora sopravviva un Kofs, la creatura mangiatrice di eventi, un archivio senziente di tutto quel che è stato e avrebbe potuto essere, nelle sue infinite variazioni, “l’accaduto e lo sfiorato, l’inevitabile e l’evitato”. Il Kofs registra teorie e ipotesi, i “se” e i “qualora”, “gli istinti, i collegamenti telepatici, i pensieri sonnambuli, le glossolalie, le bugie, registra tutte le conversazioni amorose dai tempi del Triassico, tutte le poesie, i temi scolastici”, “i sogni, i deliri, le cosmologie, le avvincenti demonologie e le noiosissime descrizioni delle schiere angeliche, le visioni dei santi, le riflessioni degli astronauti”… “riceve, registra, incamera e fa le fusa, o qualcosa di simile, in serena pigrizia.” Come un gatto, verrebbe da dire, e potrebbe anche essere davvero così, oppure tutto il contrario: il Kofs è sempre come uno se l’è immaginato.
(*): contenuto e citazioni da “Elianto”, di Stefano Benni.
E questa è solo una delle tantissime risposte, come dicevo a un'amica, tanti anni fa. 🙂
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